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Dentro l'umano, dentro il divino

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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:35 am

Eriti ha scritto:L'amichevole competizione mi aggrada Conte.

Tese la mano per stringere quella dell'uomo per suggellare il patto fatto.

Fantasmi, una cosa che mi stavo per dimenticare, poi possiamo tornare a ridere - disse prendendo la lettera dalla tasca - leggete qua, incredibile vero?

Passò la lettera fra i compagni che ad uno ad uno la lessero.

Gli rispondo che accetto l'invito e mi recherò ove indicatomi, vediamo che dicono.

Dopo un attimo di silenzio, uno di loro sbottò con un - Possibile che non ci sia neanche una goccia di birra in questo posto?! - facendo scoppiare a ridere di nuovo tutti, e facendo tornare la situazione ilare di pochi minuti prima.
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:36 am

Eriti ha scritto:Passarono poco tempo, a riposo a Chambery.
Già la sera stessa del loro arrivo, erano in partenza di nuovo per Annecy.
Salutarono i compagni feriti, e poi la marcia nella notte iniziò.

Con se il vessillo della Brigata, e poco dietro di lei, il Conte Ferenç con l'altro vessillo, fra di loro i Fantasmi che marciavano compatti.
La luce notturna invernale, data dalle stelle e dalla luna, rendeva visibile lo stemma cucito sulla stoffa nera.

Chissà cosa ne penserebbero gli altri di questi vessilli, e chissà come stanno - pensò osservando quello stemma scelto in una calda giornata di Settembre.

La marcia fu tranquilla, all'alba le mura di Annecy li accolsero.
Adesso li aspettava un periodo di assedio, e speravano che esso durasse il meno possibile, sì da consegnare nuovamente Annecy alla Savoia.
Passarono gran parte della giornata a montare l'accampamento, davanti a quella che era la zona a loro adibita, fu piantato al suolo il vessillo portato dal Conte Ferenç.

Mentre si aspettavano notizie dai comandi, si potevano vedere ogni tipo di emozione dipinta sui volti dei soldati: paura, impazienza, trepidazione, eccitazione, indifferenza.
Ognuno affrontava le ore prima della battaglia a modo proprio.
Il vento gelido invernale ululò tra le Alpi, portando con se fiocchi di neve dai picchi innevati perennemente. E guardando il cielo era possibile vedere danzare con la neve qualche foglia, residuo dell'autunno trascorso.

Senza pensare troppo, si portò dentro la sua tenda, e seduta sulla branda, prese a compiere quel gesto che tanto le portava conforto: l'affilatura della lama della sua spada. Passò l'intero pomeriggio a curarne la lama e l'elsa, eliminando tutti i residui di sangue depositatesi su di essa nell'ultimo scontro, in attesa.

Al tramonto arrivò l'ordine di schierarsi.
Era la notte fra l'8 e il 9 Gennaio 1459 quando l'assedio di Annecy per la sua liberazione dall'usurpazione svizzera ebbe inizio.


09-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito e i difensori di Annecy.
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:37 am

Memnone ha scritto:Quindici giorni, tanto era la prognosi di quel cerusico a cui non avrebbe dato mezza tacca di fiducia, sembrava più un veterinario messo a curare i soldati per necessità, e forse lo era, ma la sua diagnosi si stava rivelando più che esatta. Si sentiva in forma, la lunga cicatrice che dalla spalla correva in diagonale lungo il suo corpo era l'unico ricordo di quella dolorosa ferita infertagli in battaglia. Per giorni si era trascianto faticosamente all'interno di quella malsana infermeria tra puzza di marciume ed effluvi di strani decotti dalle proprietà medicamentose, aveva trovato alcuni compagni d'arme feriti, chi più gravenente chi meno, aveva passato con loro quelle tediose giornate e con loro aveva visto soldati agonizzanti rendere l'anima all' Altissimo.

Ogni tanto, tra una battaglia e l'altra, aveva ricevuto la visita di chi era stato più fortunato di lui. Il Conte Ferenç Petrus, colui che l'aveva salvato da morte sicura, che per tirare su il morale della truppa ferita ed inerme su quei pulciosi pagliericci, con la sua simpatica spavalderia, non mancava di aggiornare i suo compagni di ventura sulle sue prodi imprese tra l'ilarità di tutti. Durante uno di quei racconti la Contessa Eriti, o semplicemente la Contessa, come a Memnone piaceva chiamarla, entrò nell'infermeria e, facendosi largo tra i feriti, si fermò dietro le spalle di Ferenç rimproverandolo simpaticamente su come parlasse delle sue vittime. Tra i due nacque subito un'amichevole competizione su chi avesse fatto più vittime in guerra e sul lignaggio di tali, il patto venne suggellato da una stretta di mano tra le risate d'allegria dei compagni. Per poco quell'allegria s'interruppe, nel momento in cui la Contessa estrasse dalla tasca una lettera mostrandola a tutti, nessuno dei componenti della Brigata avrebbe mai immaginato che un giorno tali parole potessero esser scritte.

Gli sguardi dei compagni ammutoliti s'incrociarono meravigliati e l'allegria non tardò a farsi risentire poco dopo ancora più fervida. Le gole secche reclamavano birra mentre il cerusico si disperava nel veder trasformata la sua infermeria in una bettola. Memnone continuava silenzioso ad ascoltarli divertito, per giorni non aveva fatto altro che guardare il susseguirsi del levarsi del sole e della luna, contando le ore e i minuti che lo separavano da quando avrebbe finalmente potuto riprendere in mano la spada e affiancarli ancora in quella crociata contro gli eretici.
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:38 am

Eriti ha scritto:
        Si sta come d'autunno, sugli alberi le foglie. *


Annecy era lì, davanti a loro.
Sul Municipio e sulle mura svettavano ancora l'insegne della Confederazione Elvetica e dell'esercito ginevrino Républicaine Genevoise del Generale Meliandulys.

Molti si appellavano alla preghiera per trovare la forza di continuare a combattere, altri alla volontà di proteggere i loro cari, altri avevano solo voglia di uccidere.

Erano numericamente superiori, avevano una volontà maggiore, e non impiegarono molto a cacciare quell'esercito dalla città.

La notte del 10 Gennaio 1459 fu pressapoco identica alla precedente.
Lo scontro contro l'esercito dentro le mura e i difensori cittadini durò ben poco per loro.
Al momento in cui il Temperate Sed Fortier scese in battaglia, gli scontri già volgevano al termine, ed infatti quasi nessuno di loro, bagnò la propria lama nel sangue avverso.


10-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito e i difensori di Annecy.

Diverso fu l'esito e lo svolgimento della notte seguente.

Quando nell'aria risuonò il corno che dava inizio agli scontri, subito si resero conto che non era ciò si aspettavano. Era diverso. Era strano.
L'esercito ginevrino si buttò contro di loro, come i giorni precedenti, ma invece di attaccare, si lanciavano in piccoli scontri mentre guadagnavano terreno.


11-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito e i difensori di Annecy.

I piccoli scontri si susseguivano uno dopo l'altro, quando, alto nel cielo, prima sporadico, poi sempre più ripetuto suonò il corno della ritirata.
Ripiegavano. I Ginevrini stavano ripiegando, ma inaspettatamente non stavano convergendo in città, ma lontano da essa.
Abbandonavano la preda.

Davanti a lei, in rotta verso il bosco, le si parò un ginevrino.
Preparò il colpo, piantò i piedi nel terreno, afferrò l'elsa con entrambe le mani, e puntò la lama al suolo.
Quando la sua preda fu a pochi passi, fece partire il colpo, portato da sinistra verso destra, dal basso verso l'alto.
Nonostante le premesse, il colpo non fu dei migliori, e grazie anche al fulmineo scarto del ginevrino, gli inflisse solo una ferita sulla gamba.


11-01-2011 04:05 : Avete colpito Petitfrere. L'avete ferito seriamente.

Mentre lui, fu raggiunto da un compagno e portato a peso lontano, alle spalle di Eriti, pronta ad inseguire i due, fu ordinata l'adunata alle mura della città.
Dopo un attimo di titubanza, voltò le spalle e si diresse verso le mura.


Quattro - disse la donna a se stessa.

Annecy era di nuovo in mano sabauda.
Benchè gli eserciti non fossero ancora entrati, e le insegne che garrivano al vento erano ancora svizzere.


[hrp]* copyright: Giuseppe Ungharetti, 1918.[/hrp]
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:39 am

F.petrus ha scritto:Dentro l'umano, dentro il divino - Pagina 2 Vessillo3

[rp]Mattina del VII Gennaio, A.D. MCDLIX. Chambery.

[color=black]Il Conte era a cavallo, diretto all'infermeria per visitare un ferito in particolare.

"Je suis le Comte de Mignano, Ferenç Petrus Vasa, Ministre des Affaires étrangères du Royaume des Deux-Siciles, soldat volontaire de l'armée 'Temperate sed Fortiter'. Laissez-moi entrer, j'ai un permis spécial."

Il consistente corpo di guardia, esaminato il permesso del Comandante, fece sollevare il cancello, per poi richiuderlo a passaggio avvenuto. Non era lecito entrare ed uscire liberamente dalla capitale, così vicina al fronte di battaglia.

Ferenç Petrus era partito subito dopo l'ultimo assalto ad Annecy, sicuro del fatto che i ginevrini se ne sarebbero stati quieti per parecchio tempo, chiusi com'erano nella vana difesa della loro conquista.

Arrivò finalmente all'infermeria, scese da cavallo, ed entrò.

"Salve, Memnone. Non disturbarti, rimarrò solo per poco, sono solo venuto a portati una buona notizia. Indovina di cosa ti voglio parlare!"[color/]

07-01-2011 04:05 : Avete colpito Misterbop. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

"Sono ancora un giovine squalo a procacciarmi informazioni utili, sai?"[/rp]
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:40 am

Memnone ha scritto:Erano passati pochi giorni da quando ricevette l'ultima visita di Ferenç, si sentiva più sollevato del fatto che il Conte lo aveva vendicato uccidendo colui che gli aveva segnato il corpo a vita, colui che l'aveva costretto al ricovero in quella dannata infermeria così a lungo.

Muoviti dai, abbiamo già perso troppo tempo in questo lurido letamaio.

Si sentì apostrofare da un compagno di ventura mentre si apprestava a preparare la sua sacca con le poche cose che aveva, qualche pezzo di pane era tutto ciò che si sarebbe portato dietro per non appesantirsi troppo nella marcia. L'armata che a cui faceva capo si era premurata di fargli avere una nuova spada,la guardava e la rigirava fra le mani, risplendeva nella luce del sole che filtrava dall'esterno, era ben affilata, pronta per colpire il nemico con fendenti per ferirlo e affondi di punta per finirlo.

Dai su sbrigati.

Continuava ad esortarlo l'amico, mentre il suono della felttrummet annunciava in tutta la capitale che Annecy era stata riconquistata, gli eserciti Sabaudi già schierati e pronti per marciare su Ginevra.

Non vorrai che ci perdiamo anche questa avventura?

Prima di lasciare quel nauseabondo posto si avvicinò al giaciglio di un suo amico, ne aveva ancora per molto le sue ferite stentavano a guarire, si sedette vicino a lui rassicurandolo.

Non temere, appena ti sarai ristabilito torneremo a prenderti, non ti lasceremo qua solo a marcire.

Una stretta di mano e la promessa che sarebbe ritornato portandogli la spada che aveva perso in battaglia. Uscì dall'infermeria fermandosi un attimo ancora per respirare finalmente a pieni polmoni quell'aria fresca e salubre che da tanto non respirava.
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:41 am

Eriti ha scritto:Si può dire tante cose di un assedio, ma quante di quelle parole sarebbero dette al vento?
I posteri ricorderanno i nomi dei caduti? Qualcuno nel vicino o lontano futuro ricorderà i motivi scatenanti l'assedio e la guerra?
Un soldato al fronte non si pone quelle domande. Un soldato si chiede: sarò vivo domani? Riabbraccerò la mia famiglia? Vedrò la mia casa distrutta?
Domande che dall'una all'altra parte non sono che le stesse, se non in lingue differenti.
E allora smetti di pensarci, al futuro. Inizi a vivere il momento, consapevole che ogni istante potrebbe essere l'ultimo. Anche una camminata nei vicoli di Annecy potrebbe essere il momento della tua dipartita.
Lasci che i pensieri volino via, che la mente si sgombri, che il corpo si rilassi, che la tensione si sciolga, sapendo che al momento dell'adunata i pensieri, la tensione, il timore, ritorneranno più forti che mai.
E allora in battaglia non vorrai vedere il volto di un'amico fra i caduti, perchè con esso cadrebbe parte della tua razionalità, lasciando che l'istinto primordiale della sopravvivenza predomini, lasciando che esso ti guidi in battaglia, contro tutto, contro tutti.

Sulla piana davanti alle mura di Annecy, le battaglie per conquistare la città si susseguivano allo stesso ritmo.
Il tramonto che giungeva. L'ordine di schierarsi. Serrare i ranghi. Restare compatti. Attaccare!
E così, stretti in una morsa, gli eserciti sabaudi combattevano contro i miliziani di Annecy e contro l'esercito Républicaine Genevoise che cercava di rientrare in città.
Notti che sembravano sempre uguali le une alle altre. Ma in guerra, ogni battaglia è uguale alla precedente conclusa, l'unico fattore che cambia è il numero dei caduti.

E mentre allora ti schieri in battaglia non vedi l'ora che l'ordine arrivi. Non vedi l'ora di scendere in campo. Di uccidere. Di finire lo scontro. Di tornare vivo alla locanda più vicina.

Anche i Fantasmi non vedevano l'ora di scendere in campo.
Il loro vessillo garriva al poco vento presente quella notte.


Boia mondo che freddo - disse un Fantasma - vorrei sapere chi è il genio militare che ha deciso di far combattere a notte fonda.

Quella semplice frase fece scaturire un breve momento d'ilarità fra loro.
Fra il freddo stagionale e quello notturno stavano congelando dentro le loro armature. Anche il freddo era uno dei motivi che li spingeva a scendere in campo.
Ed infine, l'ordine tanto atteso.
I cavalli spronati, le spade sfoderate, gli scontri iniziati.


12-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito e i difensori di Annecy.

Quella notte, nessuno cadde sotto la lama di Eriti, e lo stesso scenario si ripeté anche nei giorni successivi.

13-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito e i difensori di Annecy.
14-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito e i difensori di Annecy.

Nelle giornate che seguirono quegli scontri, i comandanti dettero una tregua ai loro soldati.
Da ambo i lati non ci furono tentativi di assalto, anche l'esercito in rotta, sembra aver cambiato strategia, sparendo fra la natura selvaggia.
Come passare quei brevi momenti di quiete che un soldato in guerra ottiene?
Nell'unico modo possibile. Divertendosi. In taverna, in un bordello, giocando d'azzardo. Facendo qualsiasi cosa allontani la mente dalla situazione di morte e distruzione che circonda il luogo.

Ma i momenti di quiete sono sempre troppo brevi, agli occhi di un soldati.
Nella mattina del 17 Gennaio, infatti, gli ordini arrivarono chiari e perentori: "preparatevi, stanotte si combatte".
E così passi il giorno, facendo le stesse cose ripetute, aspettando il tramonto e l'adunata.

Quella notte tutti si aspettavano la stessa morsa dei giorni passati, ma così non fu.


17-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro i difensori di Annecy.

Solo i miliziani posti a difesa della città opposero resistenza, dell'armata non ci furono notizie, se non in giornata.
Venne infatti sparsa la notizia che il Rèpublicaine Genevoise era stato avvistato e distrutto.
Magra consolazione, visto che nella stessa notte non erano riusciti a prendere Annecy ormai sguarnita.

Non demorsero e la notte dopo ci riprovarono.


18-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro i difensori di Annecy.

L'esito fu finalmente quello sperato.
I miliziani non resistettero più, e più loro mostravano il loro cedere, più alimentavano il furore dei sabaudi.
All'alba le difese eretiche ad Annecy erano state annientate, e gli eserciti poterono entrare trionfanti fra le mura, mentre i cittadini di Annecy li acclamavano per averli finalmente sottratti dal giogo ginevrino.

I giorni seguenti furono relativamente calmi. Da Ginevra giungevano notizie dell'assedio, ma ad Annecy tutto era tranquillo. Nessuna rivolta interna fomentata dagli eretici. Nessun attacco esterno.
Nella mattinata del 20 Gennaio, alla Brigata Fantasma furono inviati nuovi ordini.
Il Siniscalco White ordinava loro di lasciare l'esercito Temperate Sed Fortier per entrare nel Sanctissima Illibata che a giorni sarebbe giunto in rinforzo.
Accettarono gli ordini. Lasciarono l'esercito nel quale da inizio crociata avevano militato, e attesero l'arrivo del Sanctissima Illibata.
Nella stessa mattinata, videro entrare in città i primi rinforzi provenienti dall'Italia.
Eriti riconobbe qualche volto fra la folla che entrava in pompa magna in città. Se ne tenne alla larga. Non aveva voglia di incontrarli.
Mentre lasciava la zona per tornare all'accampamento, sussurrò ai suoi -
Se aspettavano qualche altro giorno, arrivavano a guerra finita.

Trascorse la giornata chiusa dentro la sua tenda, a pensare a quanto finora successo e a non pensare a nulla.
Stesa sulla branda, rigirava fra le dita l'anello trafugato dal collo del capitano svizzero che cadde sotto la sua spada. Non pensava alle vittime che aveva provocato, non era certo quello il momento dei rimorsi di coscienza. Nel pomeriggio inoltrato sentì un banditore che annunciava che la città era ritornata sotto il vessillo della Savoia. Nell'accampamento e in città risuonarono urla di gioia, e da qualche parte qualcuno festeggiò.
Non capì mai il momento nel quale si addormentò, ricordò solo il momento in cui fu svegliata, il giorno successivo.
Nell'aria risuonavano rumori di marce, di zoccoli, di tamburi, di corni.
Pensando ad un'attacco improvviso si precipitò fuori, brandendo la spada, ma subito fu rassicurata.


E' l'Illibata - disse uno dei suoi che, seduto su una botte rovesciata, stava mangiando una mela - Riposata?

Eriti fece un cenno d'assenso con la testa, e rinfoderò la lama, assicurandola al cinturone.

Mi toccherà andare a parlare con il loro Generale, se dobbiamo essere arruolati tra le loro fila.

Eriti, lasciando da solo il suo compagno d'armi, andò alla ricerca del Generale della nuova armata che era giunta.
Seguì la carovana, e mentre i soldati preparavano il campo, cercò colui o colei che comandava l'esercito.
Lo trovò poco distante dal limite del campo, mentre, con un compagno, esaminavano una mappa, studiando il territorio e le prossime mosse da fare.
Dopo i convenevoli e le presentazioni spicciole tipiche di quei frangenti, si unì alla conversazione, stabilendo il dove, il come e il quando la Brigata Fantasma sarebbe stata arruolata.
Si separarono dopo qualche ora, ed Eriti tornò dai suoi.


Signori, faremo così - disse a loro una volta che furono tutti riuniti.
Un primo gruppo entrerà in questa lancia, mentre i restanti in quest'altra. Ho mandato un dispaccio anche ai nostri feriti ristabiliti, che giungeranno qui proprio domani. Tempismo perfetto, direi.
Domani sera, dopodomani al massimo, saremo arruolati, pronti per andare a Ginevra a spaccare qualche altro cranio.
Domande?
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:42 am

F.petrus ha scritto:"Io ne ho una."

Ferenç fece due passi avanti, menandosi l'attila per ripulirla.

"A che quota siete arrivata, mia cara Contessa?"

Il più largo sorrise gli si dipinse in volto.
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:42 am

Eriti ha scritto:Caro Conte, per vostra fortuna, sono arrivata a quota 4.

La donna alzo i palmi delle mani verso l'alto scrollando le spalle e scuotendo la testa, come a rammaricarsi alla sconfitta apparente.

Ma avrò modo di rifarmi, Conte, la sfida non è ancora finita, come neppure la Crociata. Vedrete.

Altro da chiedere o aggiungere?
Se non ci sono domande, andate pure a fare ciò che più v'aggrada, ma non sbronzatevi, vi voglio lucidi quando attaccheremo Ginevra.


Guardò in faccia ognuno di loro, in attesa.
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:43 am

Memnone ha scritto:Le mura di Annecy si distinguevano nitidamente quando i primi raggi del sole iniziarono a rischiarare il cielo. Il grande portone ligneo, principale accesso alla città, era insolitamente aperto per l'ora così mattutina. Continuarono imperterriti la strada che attraversava la piana trasformata in un enorme accampamento disseminato di tende, i vessilli delle varie guarnigioni sventolavano variopinti tanto da far credere si fosse tenuto un torneo piuttosto che una battaglia per la liberazione della città. Mai in vita sua aveva visto tante armate riunite in un solo posto ed ancora altre stavano giungendo e preparando i loro accampamenti.

Se non fosse stato per la pungente aria gelida sembrava che la primavera fosse giunta in anticipo in città, una volta varcato il portone l'aria che si respirava era tuttaltro che invernale. I segni di una gran festa erano ancora visibili percorrendo le strette strade ciottolose che portavano alla piazza principale, drappi colorati penzolavano da ogni finestra e festoni di rami d'abete intrecciati ornavano ogni angolo. Sulla torre del Municipio, cullato dal vento, ondeggiava nuovamente il vessillo Sabaudo e le taverne erano ancora gremite di gente intenta a festeggiare con canti di gioia e fiumi di birra.

Erano tentati di entrare in una taverna e festeggiare, la gola secca reclamava un bel boccale di birra fresco, prima però avrebbero dovuto ricongiungersi ai loro compagni che li aspettavano da giorni. Tornarono sui loro passi alla ricerca dell'accampamento della Brigata Fantasma fino quando ne intravisero il nero stendardo. La Contessa era intenta a dare delucidazioni su come avremmo dovuto agire nei giorni a venire, la divisione in due lance e l'annessione all'armata "Sanctissima Illibata". Memnone si tenne in disparte ascoltando attentamente mentre il Conte Petrus si fece avanti pungolando la Contessa sull'esito della loro competizione.

Vedo con piacere che la vostra sfida non è ancora giunta al termine.

Disse allora ridendo Memnone facendosi largo tra gli altri , felice di essersi riunito ai compagni della Brigata e di poter nuovamente combattere al loro fianco sino la fine di quella Crociata.
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:44 am

Eriti ha scritto:Le giornate trascorsero traquille in quel di Annecy.
Sapevano che sarebbero durate poco, non si chiedevano quando sarebbero partiti, se la godevano in quella cittadina che stava riprendendo a vivere e a concerdersi la serenità.

Fu alla sera del 25 Gennaio che l'ordine fu dato.
La chiamata dell'adunata dell'esercito Sanctissima Illibata, il mettersi in marcia. La meta: Ginevra.

Partirono alla sera. La marcia fu regolare e senza troppi intoppi.
Sul loro cammino solo gruppi di viaggiatori, che ignorando lo stato di guerra, cercavano di entrare in città. Con ogni probabilità per portare aiuti agli eretici.

Un gruppo formato da due persone si parò al fianco sinistro della lancia della Brigata Fantasma.


26-01-2011 04:06 : Siete stati attaccati da un gruppo composto da Medicus006 e diSasa13.

Sfoderata la spada, Eriti portò un colpo dall'alto verso il basso, della spalla destra dell'uomo a lei più vicina. La spada entrò nella carne, recidendo ogni cosa che incontrava, stoffa, pelle, ossa.
L'uomo stramazzò a terra, portandosi le mani sulla ferita.


26-01-2011 04:06 : Avete colpito Medicus006. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Vide l'altro cadere sotto i colpi dei suoi compagni.

Dopo sole poche centinaia di metri, altri due si frapposero fra loro e la città.
Con quanto avevano si portarono all'attacco quasi in contemporanea.


26-01-2011 04:06 : Siete stati attaccati da Jaja.la.rousse.
26-01-2011 04:06 : Siete stati attaccati da 1legolas.

Mentre il Fantasma al suo fianco si occupò del primo attaccante, che dai lineamenti pareva una donna, Eriti si occupò del secondo.
Dopo aver parato i colpi che le portava contro, si sporse dalla sella, e portò un colpo da dietro alle gambe, che fece ruzzolare l'uomo in terra, impossibilitato a rialzarsi.


26-01-2011 04:06 : Avete colpito 1legolas. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Nemmeno il tempo di procedere la marcia, che un altro attacco fu perpetrato nei suoi riguardi.

26-01-2011 04:06 : Siete stati attaccati da Bartholomet.

L'uomo non potè fare ulteriori mosse, che subito una spada lo trafisse da dietro, lasciandolo al suo destino.

Videro all'alba le mura di Ginevra.
Senza perdersi in pensieri vari, tutti i soldati montarono il campo sulla piana davanti Ginevra, mentre dalle mura risate e sberleffi provenivano dai ginevrini e riformisti che la tenevano in pugno.

Fra colpi di vanghe e di martello, il campo fu tirato su, e i soldati poterono prendersi una pausa, agognata, per ritemprare le membra in vista dello scontro notturno.

La notte arrivò, per alcuni troppo presto, per altri troppo tardi. E con essa giunse lo scontro alle porte della città. L'inizio della fine di tutto.


27-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro i difensori di Genève, l'armata "Les Loups du Guevaudan" comandata da .stingmat., e l'armata "Les Aigles Genevois" comandata da Garnerhin.
27-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro l'armata "La Grotteuse" comandata da Servane, l'armata "Les Loups du Guevaudan" comandata da .stingmat., l'armata "Les Aigles Genevois" comandata da Garnerhin, e i difensori di Genève.

La carica fu portata con una foga tale da lasciare intendere che tutti i partecipanti erano stanchi di quella guerra. Volevano che finisse, in un modo o nell'altro.
Molte furono le parole di dolore, di odio, di rabbia, di amarezza, che in quella notte di scontri furono urlate da una parte all'altra della piana. Alcuni caddero con l'urlo strozzato in gola.
Lo scontro finì quando i corni della ritirata suonarono. Chi era dentro le mura di Ginevra sperava fossero i corni degli alleati sabaudi. Chi era sul campo a combattere, sperava fossero dell'avversario. Solo quando i primi uomini iniziarono a defluire dal campo, per prendere la direzione della strada maestra, fu chiaro a tutti, più o meno tardi, chi si stava ritirando.
Presi da quell'attimo di distrazione, i ginevrini sbarrarono nuovamente le porte della città dopo che un esercito fu entrato. Quell'attimo di distrazione costò la presa di Ginevra.

Dopo pochi interminabili minuti, sulla piana di fronte a Ginevra, esausti, si trovavano i soldati alleati. Incapaci di capire se esultare o semplicemente ritirarsi nell'accampamento.
Due dei tre eserciti chiusi nelle mura ginevrine erano spariti nelle campagne adiacenti la città. Il terzo ancora teneva in pugno la città. Non male come risultato di quella notte di scontri.

Dall'alto delle mura, ancora qualcuno lanciava sberleffi vari, ma erano meno di prima, alcuni negli occhi avevano ora la paura. Paura di morire. Paura della distruzione. Paura e basta.

A mattina inoltrata, dopo che tutti si furono riposati un può, ci fu una riunione di guerra in una delle tende principali, durante la quale furono stabiliti gli ordini.
Il Sanctissima Illibata e il Memento Mori, avrebbero attaccato nuovamente la città, che racchiudeva in se solo un esercito e avrebbero cercato di espugnarla.
L'Imperium Vult e il Legio Burgundia sarebbero andati all'inseguimento dei due eserciti in fuga.
Un doppio attacco su due differenti fronti, avrebbe impedito alle forze ginevrine di riorganizzarsi per poi tornare a riattaccare nuovamente, magari prendendo alle spalle.

Mentre i soldati passavano la giornata in attesa, da dentro la città riuscirono a sentire un banditore che, su richiesta del sindaco ginevrino Tatoumi, chiedeva alla popolazione di affamare gli assediatori. Tutti in città avrebbero dovuto togliere la propria merce alimentare dal mercato e se proprio volevano venderla, dovevano tenerla a prezzi altissimi, così da portare la fame fra i nemici e fiaccarne membra e spirito.

Alcuni a quelle parole si preoccuparono, altri andarono a nascondere le loro provviste.
Se non prendevano la città in fretta, il rischio di disordini interni agli eserciti era alto.

Alla notte, alla luce delle fiaccole che illuminavano piana e mura, l'ordine di attacco fu dato.


28-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito, i difensori di Genève, e un esercito. *

L'esercito fu fatto uscire dalla porta, che prontamente fu chiusa alle spalle dei soldati, e sulla piana iniziò la battaglia.
I soldati ginevrini sembravano demoralizzati, come se si fossero resi conto che erano carne al macello. Lo scontro durò ben poco, fino a quando l'ultimo corno di ritirata ginevrina non fu sentito nella piana. Chi potè, inseguì i soldati ginevrini in rotta cercando di ucciderne qualcuno, altri invece iniziarono a soccorrere i compagni caduti.

Mentre tutti stavano tornando verso l'accampamento, ultimi tentativi di scontri furono portati da singoli ginevrini.
Eriti si vide venire in contro un uomo singolo.


28-01-2011 04:06 : Avete iniziato un combattimento contro Garwin.

Parò il suo attacco con lo scudo, ed altri si occuparono di lui.

Al termine anche degli ultimi scontri solitari, i soldati sabaudi portarono i loro feriti e caduti nelle infermerie degli accampamenti, mentre gli altri andarono a riposarsi.

Dalla città non salivano più grida di sfida. La fine era vicina, tutti la percepivano.


[hrp]*Benchè risultino 2 eserciti dagli avvenimenti, alcuni avvistamenti confermano che 2 eserciti erano sul nodo, mentre solo 1 era rimasto in città.[/hrp]
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Messaggio  Eriti Gio Feb 10, 2011 4:44 am

Eriti ha scritto:Quella notte sarebbe stata la fine di tutto. Ormai era palese.
Gli eserciti portarono i loro attacchi alla città, e all'esercito ancora in piedi dentro le sue mura.

Il primo impatto si ebbe con gruppi singoli e i miliziani a difesa.


29-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro Milosz e i difensori di Genève.

Come poteva il generale mandare avanti dapprima i miliziani e i difensori, i quali avevano meno protezioni corporali? Neanche davanti alla fine riuscivano a mostrare un briciolo d'orgoglio?
Orgoglio ... sentimento sconosciuto agli eretici, e lo sapeva, lo aveva già sperimentato, eppure ancora confidava che i soldati che tali si definiscono avessero in sè l'orgoglio di un soldato. Quell'orgoglio che ti spinge a cercare la morte in battaglia, lo stesso che di fronte alla morte per mano nemica, ti infiamma e chiede che la lama ti colpisca davanti e non alle spalle, come un codardo in fuga. Ma l'orgoglio, quello vero, quello puro, è un sentimento raro, che sempre più in questi tempi si dimentica.

Non era quello il momento dei pensieri, però. La mente di Eriti si sgombrò da ogni pensiero, come consuetudine in quei frangenti, e si preparò al combattimento. Per quella notte aveva lasciato il cavallo all'accampamento.

Vide due uomini venirle in contro.
Parò il primo attacco con lo scudo, e appena potè colse l'attimo, e conficcò la spada nella spalla destra dell'uomo, trapassandola. Spinse lontano la vittima, posando il piede sul suo torace e allontanandolo, liberando la lama.


29-01-2011 04:05 : Avete colpito Milosz. L'avete ferito gravemente.

Appena in tempo per schivare l'attacco dell'altro uomo, e trafiggerlo all'addome.

29-01-2011 04:05 : Avete colpito Lechuck. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Nel mentre l'altro uomo ferito alla spalla, la stava attaccando. Con la lama ancora bloccata nel cadavere della vittima, lasciò cadere lo scudo, e prese il pugnale fissato alla cinghia, e con repentino scatto tagliò la gola dell'uomo che aveva ancora le braccia alzate con le mani strette sull'elsa della spada.

29-01-2011 04:05 : Avete colpito Milosz. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Vide in lontananza l'esercito arrivare. Riprese lo scudo e lo legò dietro la schiena, impugnando ancora spada e pugnale.
Corse verso l'armata per iniziare un nuovo scontro.


29-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito.

Proprio mentre stava raggiungendo gli altri, vide un soldato dell'esercito colpire a morte uno di loro.
Prendendolo alle spalle, gli conficcò il pugnale nella parte scoperta del collo, lasciandolo morente a terra, mentre andò a controllare le ferite del compagno.


29-01-2011 04:05 : Avete colpito Lukrezia_der_starke. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Le ferite erano serie, ma se la sarebbe cavata, con una prolungata convalescenza.
Lasciò il compagno alle cure dei cerusici che erano sopraggiunti e tornò alla battaglia.

Iniziò un duello con il soldato avversario a lei più vicino.
Durante lo scontro, fra parate e attacchi, riuscì a conficcare il pugnale dietro al ginocchio sinistro dell'avversario che perse l'equilibrio. Approfittando del momento, conficcò la spada nel corpo dell'uomo, facendola passare dalla fessura dell'armatura alla base dell'addome, e facendo passare la lama in diagonale nel torace.


29-01-2011 04:05 : Avete colpito Leconquerant. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Riprese fiato per pochi istanti, i necessari per riprendere le armi lasciate nel nemico, per poi dirigersi verso l'obiettivo successivo.
Dall'abbigliamento non sembrava un soldato dell'armata, ma un miliziano.


29-01-2011 04:06 : Avete iniziato un combattimento contro Broadside..

Il combattimento durò ben poco, l'uomo sembrava disorientato. Dopo aver parato un colpo, gli perforò il fianco sinistro con il pugnale.

29-01-2011 04:06 : Avete colpito Broadside.. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

La notte sembrava non avere termine, così come gli scontri.
Eriti fu subito risucchiata in un altro combattimento.


29-01-2011 04:06 : Avete iniziato un combattimento contro Ragnel.

Appena il nemico mostrò il fianco, Eriti conficcò il pugnale alla bocca dello stomaco in diagonale, puntando al cuore.
Estraendo la lama, un fiotto di sangue sgorgò dal taglio, e il corpo cadde a terra con una chiazza rossa che si andava ingrossando attorno a lui.


29-01-2011 04:06 : Avete colpito Ragnel. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Dai Generali, venne dato l'ordine di sfondare.
Le porte cittadine avevano ceduto sotto i colpi ritmici degli arieti che ne avevano intaccato il legno, e piegato il metallo.
Gli eserciti alleati poterono quindi entrare in città, e porre fine a quello scontro.

La notte volgeva al termine, ed Eriti guardandosi addosso si vide intrinsa del sangue delle sue vittime. Gocce scarlatte cadevano dalle lame che quella notte avevano tolto la vita a 6 eretici.
Tornò nella sua tenda all'accampamento. Si tolse l'elmo e l'armatura sporchi, lasciandoli sul tavolo. Immerse le mani nell'acqua gelida del catino che in pochi istanti si tinse di rosso, e con la stessa si lavò il volto madido di sudore, fango e sangue.
Prese un pezzo di stoffa lì vicino e si asciugò, per poi intingerla nell'acqua quasi del tutto satura. Con quella pezzuola bagnata lavò le lame del pugnale e della spada, in modo tale che il sangue, rapprendendosi, non le sciupasse. Alfine, lasciò la pezza nell'acqua sporca e le armi sul tavolo accanto all'armatura.

Si stese sulla branda, e si lasciò andare ad un sonno nero.

Si svegliò nel tardo pomeriggio. Un dispaccio diceva che avevano preso il municipio di Ginevra, retto ora dal Generale Valzan, e che lo stesso aveva prontamente affrancato la città, togliendola dai domini elvetici.

Eriti rimase nella tenda tutto il giorno, a curare l'armatura, le armi e lo scudo.

Alla sera, ci fu la chiamata per l'adunata. Gli eserciti si schierarono sulle mura e davanti le porte cittadine. In attesa.

Quella notte fu segnata da un solo scontro:


30-01-2011 04:05 : Siete stati attaccati da Nanelle.

Lo scontro, fu anche breve. Come la videro arrivare, le andarono incontro, e quando la donna non mostrò l'autorizzazione a passare, si vide colpita da diverse lame, che le trafissero il corpo e la lasciarono esamine a terra.

30-01-2011 04:05 : Avete colpito Nanelle. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Era il giorno del 30 Gennaio 1459 quando fu pronunciata la fine della crociata, e furono autorizzati gli eserciti e i volontari a smobilitizzare, lasciado Ginevra nelle mani dei Generali Sabaudi, che tramite un tavolo di trattative con la Confederazione Elvetica, ne avrebbero deciso le sorti.


            Enrico V parlando ai suoi uomini pronunciò queste parole:
            "Da oggi, fino alla fine del mondo, noi che siamo qui verremo ricordati.
            Noi pochi fortunati, noi banda di fratelli.
            Perché colui che oggi è con me e versa il suo sangue sul campo, colui è mio fratello".
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Messaggio  Eriti Lun Feb 21, 2011 10:42 am

Memnone ha scritto:Tutti gli uomini delle armate riuniti sotto il verbo dell'Altissimo marciavano con impeto verso Ginevra. Il morale alto per la recente riconquista di Annecy rendeva tutt'altro che faticosa la breve strada che li divideva dalla città Svizzera. Così presi da tanto ardore, complice la luna che quella notte pareva non volersi mostrare rendendo ancora più buio il paesaggio, i compagni della Brigata Fantasma si scontrarono con due viaggiatori, forse ignari della situazione che si stava preparando o forse complici degli eretici inviati a controllare gli spostamenti nemici.

26-01-2011 04:06 : Siete stati attaccati da un gruppo composto da Medicus006 e diSasa13.

Mentre la Contessa finiva con la sua spada il primo dei due, Memnone, portatosi al suo fianco, non esitava ad impugnare nuovamente la sua ferendo mortalmente il secondo.

26-01-2011 04:06 : Avete colpito Sasa13. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Era appena l'inizio di una lotta corpo a corpo che si sarebbe protratta per tutta la notte. Altri tre biechi viaggiatori gli si pararono davanti quasi in conteporanea.

26-01-2011 04:06 : Siete stati attaccati da Jaja.la.rousse.
26-01-2011 04:06 : Siete stati attaccati da 1legolas.
26-01-2011 04:06 : Siete stati attaccati da Bartholomet.

Nell'enfasi della concitata lotta non era dato capire chi combattesse contro chi, le spade si scontravano l'una con l'altra provocando assordanti rumori fino al silenzio irreale che la morte aveva portato per mano dei componenti della Brigata. Per terra tre corpi, martoriati dagli innumerevoli colpi, supini su di un letto di fanghiglia mista a sangue.


26-01-2011 04:06 : Avete colpito Bartholomet. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.
26-01-2011 04:06 : Avete colpito 1legolas. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.
26-01-2011 04:06 : Avete colpito Jaja.la.rousse. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso

Il gallo lanciò il suo canto per chiamare il nuovo giorno. Ormai non era più tempo di combattere ma neanche di dormire. Era tempo di approntare le armi e gli accampamenti, di prepararsi all'assedio. Così fu per l'intera giornata fin quando il buio fitto avrebbe dato il via al primo attacco contro le mura di Ginevra. I fuochi sparsi sulla piana antistante la città tradivano la presenza delle armate Sabaude accampate a cingere d'assedio. Sull'alto del cammino di ronda protetto da un'imponente merlatura s'intravedevano figure intente nel preparasi a resistere all'attacco. La città sembrava ancora immersa nel sonno ma ben si capiva che in molte case gli uomini si stavano levando per combattere così come le armate Sabaude si preparavano all'ennesima battaglia.

27-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro i difensori di Genève, un esercito, e un esercito.

I combattimenti proseguìrono senza tregua per ben quattro notti di seguito. Gruppi d'isolati difensori erano stati mandati allo sbaraglio, ignare vittime sacrificali, dalle più potenti armate eretiche che, dall'interno della città fortificata, speravano così di sfiancare gli avversari prima d'infliggere il loro attacco.

28-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito, i difensori di Genève, e un esercito.
29-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro Milosz e i difensori di Genève.
29-01-2011 04:06 : Avete iniziato un combattimento contro Ragnel.
29-01-2011 04:06 : Avete iniziato un combattimento contro Broadside.
29-01-2011 04:05 : Avete iniziato un combattimento contro un esercito.

Notte dopo notte le truppe nemiche si fronteggiavano con ogni mezzo a disposizione. Di tanto in tanto arrivavano notizie dall’interno della cinta muraria, portate da giovani che facevano la spola da sotto i bastioni all'accampamento. Notizie vaghe e spesso inesatte, notizie che a volte riempivano i cuori dei componenti della Brigata di speranza, come quella che voleva due eserciti ginevrini in fuga per la campagna circostante mentre un terzo resistere indenne dentro la città, altre volte gettavano gli animi nel più profondo sconforto nella consapevolezza della perdita di qualche compagno.

Di giorno, nei momenti di tregua, mentre i generali si riunivano sotto le tende per definire la tattica bellica più consona all'occasione, carri trainati da buoi transitavano su e giù per la piana portando i feriti, in molti che riconoscevano un proprio amico correvano a sincerarsi delle condizioni, prestavano le prime cure o semplicemente offrivano un sorso d’acqua e un tozzo di pane raffermo. I morti venivano tumulati sul campo dove avevano perso la vita combattendo. Le risorse scarseggiavano, i campi e gli orti distrutti, la poca merce disponibile requisita dagli Svizzeri nell'intento di affamare gli assedianti.

Scure nubi si addensavano sulla città e il rumore dei tuoni in lontananza si confondeva con il fragore delle armi ed i cupi rimbombi degli arieti che percuotevano con sorda frequenza le porte cittadine. Presto il sole sarebbe sorto e sarebbe terminata anche la battaglia finale, la battaglia che avrebbe risolto quell’orribile guerra, a favore dell’uno o dell’altro era ancora impossibile saperlo.

L'ultima vittima della resistenza Svizzera era stata fatta.

30-01-2011 04:05 : Siete stati attaccati da Nanelle.
30-01-2011 04:05 : Avete colpito Nanelle. Questo colpo l'ha probabilmente ucciso.

Le porte spalancate della città permetterono alle armate Sabaude di fare il loro ingresso. Primi di tutti gli alfieri con i loro vessilli colorati, sbandierati ai quattro venti, issati ad onore dell'Altissimo. Dietro di loro i cavalieri e mano a mano molti altri combattenti, sporchi di polvere e sangue, stanchi per la dura lotta ma con animo sereno, Ginevra era caduta sotto le loro armi, la battaglia decisiva era vinta, la Crociata era terminata.

La pioggia iniziava a cadere sulla città, lavava la polvere dai corpi provati dei militi e il sangue dal campo di battaglia, mentre Memnone si dirigeva verso la chiesa, il rumore dei suoi passi echeggiava nell'ampia navata centrale mentre incedeva verso l'altare maggiore, si fermò un'istante fissando le sue mani ancora sporche del sangue nemico per poi inginocchiarsi davanti la pala d'altare con l'effige dell'Altissimo, a Lui rimetteva la sua anima per tutte quelle vite a cui la sua spada aveva messo fine.
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