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GDR Legio - (Der Blitzkrieg) Attacco alla Stiria

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:09 am

Lucrezia osservava dalla finestra le nuvole nere che s'avvicinavano all'orizzonte. Da giorni un'ombra cupa le oscurava il cuore. Uno strano malessere le toglieva le forze ogni giorno che passava. Nessun messaggero, nessun battito d'ali, nessuna notizia e nessuna speranza.
Solo il silenzio e un pensiero fisso, ogni momento del giorno e della notte, quasi come se quel pensiero continuo fosse trasmissibile e potesse arrivare fino a lui, dovunque fosse, consapevole che lei non avrebbe mai avuto le forze necessarie per raggiungerlo e portarglielo di persona. Niente aveva più importanza se non la perdita di quel filo invisibile che la legava a lui.
Pensò al suo amico Amleto, che per uno strano intreccio del destino era stato l'artefice dell'inizio del suo amore per Legio. Giorni che sembravano lontani, col sapore di una felicità perduta. Anche lui era lontano ora, e lei era sola, immensamente stanca e con quel pensiero unico e fisso, a scandire ogni momento della sua giornata...forse se pensi sempre e intensamente a qualcuno, quel messaggio prende forma...e in qualche modo arriva..o forse no...ma lei non poteva fare a meno di conviverci..


Legio..ti amo e ti amerò sempre...

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:10 am

"La vita puo essere sentita come una nausea nello stomaco, l'esistenza della propria anima come un malessere del corpo."

Lucio Anneo Seneca Libro VIII.






Legio passo' attraverso l'accampamento di Klingon come una tromba d'aria, sorprendendo tutto e tutti,
seminando morte e distruzione sul suo percorso.

A volte il destino si accanisce nell'inanellare coincidenze impossibili come perline nel filo di una collana.
Come a ribadire la sua assoluta ed incontrastata superiorita' sul'umano volere.

Ho assistito in incognito al lento naufragio di tutto quanto ho voluto essere.
Posso dire con verita' che a volte la morte è palese anche in mancanza di corone di fiori, familiari in lutto,
eventi delittuosi....anche in mancanza del cadavere stesso.
Tutto quanto ho voluto e nel quale ho riposto, anche se per un solo momento, niente altro che il sogno di quel momento...
tutto mi si è sfracellato sotto le finestre da cui ero affacciato come un vaso caduto dagli ultimi piani,
sembra che il destino abbia sempre cercato di farmi amare o di farmi volere quanto esso aveva stabilito,
affinche' il giorno dopo potessi constatare l'impossibilita' di quel desiderio.


Legio passo' da parte a parte il campo degli austriaci con l'assoluta imperturbabilita' di chi cerca la morte e non riesce ad ottenerla.
Vide dalla feritoria del suo elmo l'avvicinarsi della fine del campo e manco' poco che trattenesse il cavallo come a dire:

"Perche' non mi vuoi ? Che male ti ho fatto da rifiutarmi cosi'?"

Ma lo sprono' invece, sopraffatto dall'istinto e fuggi' via dietro ad urla, frecce ed imprecazioni,
e non si fermo per parecchio fino a che non vide il cavallo sfiancato ed esausto dare segni di cedimento.
Solo allora si fermo' e girandosi provo' a dar fronte al nemico che sopraggiungeva......
Ma quando si giro' non vide nessuno.





Allorche' gli ultimi freddi invernali andavano perdendo la loro ferocia sotto il sole velato,
la primavera pronunciava la sua entrata con una lieve tristezza prolissamente indefinita,
come se il cielo non avesse voglia di sorridere.
Era un azzurro a volte piu chiaro a volte piu diafano, con l'identica assenza di sostanza di colore profondo,
era una specie di oblio delle nuvole, porpore diverse e sfumate, non era piu' un torpore,
ma un tedio, in tutta la sua assoluta immobile solitudine attraversata dalle nuvole.

Mentre scendeva lungo il greto del fiume a passo lento, sia per far perdere le tracce del cavallo e sia per
fargli riprendere forze Legio si consolo' con l'idea del secondo esercito lungo la sua strada.

E' stato un caso", si ripeteva, " Un assurdo caso"


Con le certezze di un condannato a morte, solo e fuggiasco in terra straniera attorno a Legio la sera
calava monotona e senza pioggia, in un tono di luce malinconico ed incerto....

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:11 am

Il Diavolo udì rumori d’arme

Il Diavolo sentì odore di morte

Il Diavolo capi che il Suo Comandante non lo era più

Il Diavolo vide i suoi compagni in catene

Mentre chi poteva salvarli si dava alla fuga

Cercando una morte a liberare le Sue pene

Addio Legio

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:11 am

Le giornate erano diventate più lunghe da quando era sopraggiunta la primavera, e da quando il sole tardava a tramontare, Morphea dopo il lavoro in panetteria e dopo i mestieri di casa, si tratteneva sotto il portico a lavorare a maglia... " Mi rilassa... " diceva...
Quel pomeriggio era stanca, e mentre lavorava ai ferri la testa le cadeva spesso in avanti per il troppo sonno... provò a resistere per un po', ma alla fine Morfeo la travolse.
Sognò i suoi angeli, che da quando l'avevano conosciuta non avevano fatto altro che proteggerla. Ogni essere umano ne aveva uno... lei si sentiva fortunata perchè ne aveva due. Uno vegliava sulle sue parole, l'altro sui suoi passi. Uno accudiva il suo cuore e lo riscaldava con tutto l'amore che aveva, l'altro le teneva la mano e si assicurava che davanti a lei la strada fosse sempre sicura. Non importava a che distanza fossero, vegliavano sempre su di lei. Un giorno quei due angeli la condussero nel loro mondo... Un mondo fatto di piccole cose...
Il lavoro, la famiglia, la casa, l'amicizia e l'amore... Ogni volta che si fermava a pensare le veniva in mente una cosa che a parer di molti sarebbe sembrata stupida e banale... " Non c'è nulla che renda un uomo più ricco... non c'è nulla che possa rendere un essere umano felice senza queste cose... e io le ho tutte... non c'è nient'altro di cui ho bisogno" e pensando alle sue ricchezze sorrideva... " La mia amica di sempre... Mistic è il mio diario segreto, è le pagine della mia vita che scorre tra amore, rabbia e insofferenza; Tuben che ci tira su ogni volta che vede scomparire il sorriso dai nostri volti; Delling che vigila allegro sulle nostre anime custodendole come il più ricco dei doni; Giubius che si becca tutte le nostre sputacchie pur di farsi lucidare quella zella malefica... E poi ci sono loro... Legio che mi tiene la mano e protegge i miei passi... e Tab, il mio angelo maledetto, la dimora del mio cuore e di tutti i sentimenti che mi scorrono in vena! No... non c'è proprio nulla al mondo che conti di più per me... Non c'è oro, nè ricchezza che valga così tanto.... " Grazie a loro, ad ognuno di loro, aveva conosciuto un modo che neppure immaginava esistesse... Le piaceva quel sogno... la faceva sentire al sicuro, al caldo... Si sentiva nel ventre di quella vacca terra in cui viveva... Ma qualcosa interruppe quel sogno...
Aprì i suoi occhi e si guardò intorno... Era buio ormai...
Si ricordò dov'era... e quello che contava per lei era ancora la stessa cosa... "ma per loro? Possibile che sia stato solo un sogno? "

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:13 am

Kurtz aveva ormai perso la cognizione del tempo; le ore sembravano tutte uguali ed il pensiero sempre lo stesso - I suoi compagni d’armi – Dopo l’uccisione della guardia e l’intervento di Odovocar, il trattamento si era fatto più umano ed vi era rispetto reciproco, Il fatto che non li avessero ancora impiccati come promesso, però, significava qualcosa. Kurtz decise di agire, chiamò a gran voce il secondino e fece venire Odovocar nella sua cella. Il nobile giunse dopo un po’ “Colonnello hai sicuramente saputo che Legio è riuscito a scappare, vi ha abbandonati” disse con malcelata soddisfazione. “Quello che non capisci caro Odovocar è che Legio sta tentando di tirarsi dietro tutti gli eserciti per darci una possibilità di fuga” lo corresse Kurtz. “Sarà ripreso ed impiccato lo stesso, ma dimmi cosa vuoi da me ora?” “Odovocar dobbiamo chiudere questa storia e subito” “SI IMPICCANDOVI” urlò, “Non lo farete mio amico austriaco, non lo farete perché potendolo l’avreste già fatto, ora ti spiego io qual è la verità” Kurtz lo invitò a sedere al suo fianco sul pagliericcio e continuò “Caro Odovocar, la nostra azione ha smosso i delicati equilibri che reggevano il vostro ducato. Nei pochi giorni al potere ho io stesso ricevuto richieste dei vostri ribelli; avete ora 3 eserciti in armi, ed il Re di Germania Sirron cui dovete obbedienza è in marcia con altri eserciti. Voi avete preso ben pochi di noi, e gli altri nostri amici sono ancora liberi e pronti a scatenare un altro inferno, ma questa volta insieme ai vostri ribelli. La Croazia prepara eserciti, l’Ungheria si arma, il nostro Ordine Brigante sta facendo davvero paura a mezza Europa. Il vostro Duca l’ha ben capito ed è per questo che non siamo stati ancora impiccati” Odovocar lo ascoltava interessato, Kurtz continuò “ Ora credo che sia meglio per voi lasciarci andare, non impiccherete nessuno né ci faremo uno solo giorno di prigione, usciremo dalla città con il saluto delle armi e ci dirigeremo a Marburg a sud dove alcuni di noi resteranno a garanzia dell’accordo finchè tutti gli altri non saranno in salvo in Croazia, credimi Odovocar è l’unica via d’uscita per tutti”. Odovocar dopo qualche minuto di silenzio esclamò “Ne parlerò al consiglio, ma non credo sarà possibile, il popolo vuole vedervi puniti e Legio non potrebbe comunque entrare in questo accordo se pure vi fosse, è riuscito a scappare e se lo prendiamo non potrò fare nulla per salvarlo, e neppure tu”. “I miei uomini per me sono la cosa più importante in questo momento” concluse Kurtz. Odovocar stava per andare via, Kurtz lo trattenne tirandolo a sé e sussurrandogli qualcosa nell’orecchio. L’austriaco lo guardò stranito poi uscendo dalla cella gli disse : “Convocherò il Consiglio oggi stesso e ti farò sapere”. Kurtz prese l’occorrente per scrivere, dopo aver scritto poche righe, arrotolò la pergamena, la infilò nella manica della camicia per nasconderla e restò in attesa della decisione del Consiglio.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:13 am

Era un momento difficile per tutti quello, difficile per Legio, che con la sua smania di eroismi, aveva destabilizzato non poco l'opinione di quella gente ostile abituata a pensare agli "Italiani pizza e mandolini" come un popolo senza spina dorsale. Si era tirato dietro, oltre all'odio teutonico, un grosso numero di inseguitori, lasciando i suoi compagni in acque più tranquille.
Difficile per i compagni in cella in attesa della condanna, via via che passavano le ore sempre più chiara appariva la verità: i loro carcerieri non sapevano con chi avevano a che fare, non sapevano quali e quanti erano i nemici....... davano materialmente i numeri sperando che qualche detenuto si tradisse.
Difficile per gli altri, quelli che stavano da giorni in giro per la cittadina, mischiati fra la gente, accettando i lavori più umili, bevendo in bettole poco frequentate, dormendo in giacigli di fortuna, ma fedelmente in attesa di ordini. Nascondersi o attaccare, darsi alla macchia o lottare, vivere o morire....

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:14 am

Odovocar entrò di gran fretta nella cella. “Kurtz il Consiglio ha approvato il nostro accordo, vogliamo chiudere anche noi questa faccenda il prima possibile, ma anche quelli non catturati dovranno smobilitare e senza avere altri contatti con i ribelli” Kurtz lo guardò negli occhi e chiese “Tutti i punti sono stati accettati?” Il nobile austriaco si limitò a fare cenno con la testa ed uscendo dalla cella disse “ raduna pure i tuoi uomini, L’ordine Brigante deve lasciare Gratz entro oggi, ho dato le disposizioni alle armate come da accordi. Addio colonnello mi dispiace che ci siamo conosciuti su sponde avverse”Gli strinse la mano ed andò via. Kurtz si sporse dalle sbarre della finestra e si mise a guardare il cielo terso, respirando a pieni polmoni la brezza di prima sera.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:14 am

Ai tempi in cui negli abruzzi regnava il principe Widu, il ducato era percorso in lungo ed in largo da bande di predoni stranieri.
Una di queste attraverso' tutto l'abruzzo rapinando ed uccidendo, senza che ne la corte, troppo impegnata in serate danzanti e faide di potere, ne il potere esecutivo, troppo incapace ed occupato a fare i propri interessi personali, facessero nulla per porre rimedio.
A quei tempi Legio era giovane e aveva il pallino per il commercio, commerciava un po di tutto, dalle merci convenzionali a ...quelle un po meno convenzionali, non aveva ne l'esperienza ne la forza di ora e un giorno lui e l'amico con cui viaggiava, di ritorno da un lungo giro di scambi commerciali, furono attaccati da un gruppo di questi banditi.
Furono derubati di un ingente quantitativo di merci e denaro e lasciati mezzi morti a marcire in un campo.
Il bandito che feri' Legio si chiamava Feuerweib.







Terniz, paese natale di feuerweib, Maggio 1457, Taverna municipale.


" Quello è da stamattina che è seduto li'....maledetti stranieri.... cosi' conciato mi fa scappare tutti i clienti"
disse l'oste al garzone, " digli di andarsene "

"Diglielo tu hans sei tu il padrone qui'" rispose il garzone

"Maledetto garzone ! Per che ti pago a fare io ? Vai a chiamare il comandante delle guardie Manila e digli che c'è un brutto tipo qui', falla venire alla svelta "

Legio noto' la concitazione inusuale per quel posto e appena uscito il garzone chiamo' l'oste.
Quando questi, fra il diffidente e lo schifato si avvicino', Legio poggio' un mucchietto di ducati sul tavolo e
guardandolo negli occhi disse in un pessimo tedesco:

" Was ist feuerweib? "

L'oste sgrano' gli occhi mentre lo fissava senza dire nulla.

Legio tiro' fuori una di quelle pergamene che si usano nei processi, la spiego' sul tavolo davanti all'oste e poggiandoci sopra i ducati ripete':

" Was ist Feuerweib? "

" Ahhh " fece l'oste guardandosi attorno " Frau Feuerweib....non qui...tanto tempo..via..partita..verlassen.......voi suo amico ?"

" Wo ist es?" l'interruppe Legio

" E' in aragona credo ...tempo fa mi dissero che era li' "

Legio riprese la carta e lascio' i ducati sul tavolo, fece per alzarsi quando il garzone torno' con le guardie.
La porta si chiuse dietro cinque gendarmi e una donna che li comandava. La donna quando vide Legio sembro' sorpresa, poi in tono distaccato disse:

" Buon giorno Legio, benvenuto in Austria, ci era stato segnalato il suo arrivo qui',
ci è stato segnalato anche che il vostro accordo con la Stiria non prevedeva questo,
voi non dovreste essere qui', dovete tornare immediatamente indietro, provvedero' io stessa a liberarvi la strada verso sud...........This is the only warning you will receive. "



Fuori piovigginava, l'umidita la sentivi scivolare sulla pelle, il sole spento gettava un aria livida sulle cose tutte.
Legio fu lasciato andare, li' non c'erano ancora accuse contro di lui, ma gli fecero capire che appena fuori le mura...
le accuse non sarebbero servite.
Ma Legio stava sperimentando nuove cose, aveva passato in successione prima l'esercito di klingonpacker, poi quello di Apet,
ed infine quello del Re, tutti lo volevano morto ma a quanto pare prenderlo non era poi cosi' semplice.
Il giudizio astratto e vigliacco di un giudice lontano...... con quello l'avrebbero ucciso,
un cenno di un parruccone flaccido e grasso arroccato alla sua sedia, uno schiocco di dita , una scorreggia....

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:14 am

La colonna procedeva lungo le strade di Gratz, non era certo la sfilata della vittoria a Dubovac ma quei fiori che ogni tanto cadevano al loro passaggio e le lacrime a stento trattenute dalle belle fanciulle austriache, lasciavano intendere che oltre il castello, l’Ordine avesse conquistato anche molti cuori, alcune si erano anche aggregate e seguivano i loro nuovi amori. L’armata austriaca lasciò il passo e si mise in colonna a debita distanza. Giunti a metà strada Kurtz chiamò a sé Obelix “ Amico mio, ascoltami, devo confermare al generale Austriaco la nostra posizione e dirgli che può tornare indietro, probabilmente per stanotte mi inviterà nella sua tenda per un’ultima birra, tu porta tutti a Marburg, ci vediamo domani mattina” Obelix annuì e seguì con lo sguardo Kurtz mentre si allontanava al galoppo. Se solo avesse saputo cosa stava per succedere…..

Kurtz tornò indietro per qualche miglio fino ad incrociare l’armata austriaca schierata sulla pianura. Il Generale gli si avvicinò: “Colonnello, ho avuto precisi disposizioni dal ministro Odovocar, ma francamente non capisco” “Generale, non c’è niente da capire, avete i vostri ordini, eseguiteli, la mia vita vale niente rispetto a quella dei miei uomini, questo dazio è necessario affinchè l’Ordine Brigante sopravviva, e mi è stato almeno dato l’onore di morire da soldato” rispose in modo stizzato Kurtz. “Colonnello, mi preme insistere che io non rischierò la vita di uno solo dei miei soldati, se battaglia deve essere, che lo sia, lanci di dardi e carica di cavalleria compresi!!” Kurtz annuì e vide il Generale allontanarsi che girandosi brevemente aggiunse “ Avrei voluto avervi ai miei ordini”, poi spronò il cavallo e raggiunse i suoi uomini. Cadde un silenzio totale, Kurtz si aggiustò meglio che potè l’armatura ormai malridotta, controllò che la pergamena che aveva scritto quando era ancora in cella a Gratz fosse ben nascosta nella manica, diede un’ultima carezza al suo cavallo e brandendo la spada si lanciò al galoppo verso l’armata gridando “L’ORDINE BRIGANTE VIVE!!. Il cielo fu subito oscurato da una nuvola di dardi, li sentiva sibilare, li sentiva martoriargli le carni ma non si fermò finchè il cavallo non cedette di schianto. Si rialzò avanzando a piedi, era ormai a pochi passi dalla prima linea nemica, ma le forze lo abbandonavano ed un freddo intenso gli percorreva le membra. L’ultima cosa che vide fu un ufficiale austriaco avvicinarsi con la spada alzata, poi il buio………..

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:15 am

--Mandriano_austriaco ha scritto:Klaus aveva visto il giorno prima dei soldati passare, una prima colonna avanzava sulla strada, non erano certo in buone condizioni. Alcuni di loro erano feriti, altri con le armature che recavano segni di recenti battaglie, eppure procedevano fieri e baldanzosi. Dietro di loro ad alcune miglia di distanza li seguiva un’armata al completo. “Che cosa strana” si disse Klaus. Quella mattina decise di andare a radunare prima il bestiame, tutti quei soldati lo avevano messo in ansia. Mentre accudiva la mandria sentì rumori di soldati in marcia “altri ancora? Ma non finirà mai” esclamò. Strisciando sulla cresta della collina vide una intera armata schierata, con la cavalleria ai lati, i picchieri al centro e gli arcieri pronti. Due nobili a cavallo stavano parlando al centro della pianura. Uno di loro ad un certo punto tornò indietro verso l’armata. Quello che successe poi ebbe dell’incredibile. Il nobile restato solo, dopo qualche minuto alzò la spada ed attaccò!! “chi sarà mai quel pazzo?!” pensò Klaus. Il cielo fu oscurato dai dardi, il cavaliere sembrava non sentirli eppure ne era colpito ripetutamente. A 50 passi dalla prima linea dei picchieri, il cavallo crollò. Nonostante questo il cavaliere si rialzò e trascinando la spada continuò ad avanzare fino alla prima linea. Gli arcieri diradarono i tiri fino a cessarli, nonostante i secchi ordini degli ufficiali. Da soldati capivano il dramma che si stava consumando. Giunto a pochi passi, egli cadde ma si rialzò di nuovo e mantenendosi sull’elsa della spada, continuò ad avanzare; i picchieri iniziarono ad ondeggiare guardandosi tra di loro e poi guardando gli ufficiali, non sapevano cosa fare. Alcuni si spostarono, dando l’impressione di volerlo far passare. Un ufficiale si fece avanti urlando dei comandi si avvicinò con la spada alzata, ma la truppa iniziò a gridare “LEBEN, LEBEN, VITA, VITA” ritmando con le armi sugli scudi!. Il generale si avvicinò e disse “Ha dimostrato ciò che voleva, non siamo carnefici, che ci pensi il destino ora” Dopo qualche minuto tutta l’armata e in modo spontaneo diede l’onore delle armi, poi serrò i ranghi e si mise in marcia verso Gratz lasciando il cavaliere lì, da solo a terra. Klaus era senza parole, corse a casa a chiamare la moglie e le figlie. Tutti e 4 ritornarono sul posto “Che vuoi fare Klaus?” gli chiese la moglie “ Non possiamo lasciarlo qui preda degli uccelli e degli animali, questo cavaliere merita rispetto” Gli si avvicinarono, poterono sentire un cupo e profondo respiro, era ancora vivo!. Gli tolsero quello che restava dell’armatura. Il volto era perfettamente integro, il corpo invece martoriato . Klaus notò una piccola pergamena mentre gli sfilava la camicia; era intrisa di sangue, la aprì e la lesse alla moglie ed alle figlie:

[rp]Fratelli e sorelle dell’Ordine Brigante,
So di darvi un immenso dolore ma questa parte dell’accordo non vi poteva essere svelata prima della vostra partenza altrimenti, so per certo, sareste restati con me. Il mio vero interesse non è la mia vita ma la vostra, fratelli, sorelle, compagni d’armi. In pochi giorni abbiamo fatto sì che il nome dell’Ordine fosse conosciuto dal Reno al Danubio, dalla foresta nera agli Urali.. Re, duchi e generali sono scesi a trattative con noi. Il nostro nome veleggia temuto e rispettato così come deve essere. Un tributo di sangue doveva essere versato ed io ho versato il mio sperando che esso possa diventare il collante che unisca i vostri cuori e le vostre spade ancora di più. Il mio unico rimpianto è di non essere caduto al fianco del mio generale che ho sempre servito fedelmente, ma il destino ha voluto diversamente. Non cercate di vendicarmi e non fate colpi di testa altrimenti tutto sarà vanificato; tutto ciò era già previsto da tempo, tornate appena possibile a casa e bevete una birra alla mia salute; siate lieti, perdete un amico ma entrate nella leggenda.
Viva l’Ordine Brigante.[/rp]

Klaus si mise il messaggio nella sacca, lui e la sua famiglia, trascinarono il corpo fino ad un ruscello che scorreva nei pressi, lo lavarono dal sangue cercando di tamponarne le ferite. Lo riportarono a casa adagiandolo sul loro letto. Il mandriano prese la spada e lo scudo del cavaliere “Potremmo ricavarci un po’ di denaro” disse la moglie. “Zitta!” rispose adirato Klaus.” Se il cavaliere dovesse morire,questa spada e questo scudo spettano ai suoi compagni come pure il messaggio che abbiamo trovato; Credo che siano quei soldati che ho visto ieri andare verso Marburg, andrò lì, ne troverò sicuramente qualcuno in qualche taverna, voi assistetelo, ci vediamo domani”. Detto questo si avviò lentamente verso Marburg.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:16 am

Kurtz aveva un brutto vizio, anteponeva gli altri a se stesso e lo faceva sempre, si può dire che era allenato ormai non se ne accorgeva neanche. Briganta se ne era accorta invece, lei che era abituata a non chiedere, tanto non avrebbe ricevuto nulla lo stesso, abituata a fare a pugni con la vita per poterla battere e per non essere abbattuta. Lei lo guardava con diffidenza, quest'uomo comparso chissà da dove, la spiazzava, non era possibile, non era reale. Kurtz che amava i suoi compagni di avventure senza volere niente in cambio, Kurtz che aveva sempre la soluzione giusta, Kurtz che uccideva l'uomo che le aveva fatto violenza, Kurtz nell'aria immobile di quella sera, Kurtz che cancellava e si sostituiva a qualsiasi ricordo di qualsiasi corpo di qualsiasi uomo, Kurtz che barattava la propria vita per la salvezza dei suoi amici.....Kurtz in una pozza di sangue...Kurtz che alla fine era stato il peggiore ....il peggiore vuoto ...il peggiore dolore.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:16 am

Era ormai l'alba, quando Obelix venne svegliato dai canti dei galli delle fattorie limitrofe al luogo dove avevano trovato un accampamento di fortuna per la notte.
Quando ebbe sgranchito le ossa si guardò intorno per vedere se il Colonello Kurtz li avesse raggiunti. Non c'era nè il cavallo nè Kurtz. " Sei proprio figlio degno di tua madre!!!!". A quella mancanza fece radunare tutti gli uomini e una volta che arrivarono a raccolta gli impose il silenzio." Tacete e ascoltatemi!!! Quello che è successo negli ultimi giorni, lascia l'amaro in bocca. Non ci sono nè vincitori nè vinti! Non parlo dei crucchi, ma dell'Ordine Brigante. Siamo dei Briganti, dei mercenari... non dei soldati... Ognuno di Voi deve essere consapevole in ogni momento di quello che è. Abbiamo un unico destino che ci accomuna: "la morte!!!" . Siamo segnati da un marchio indelebile che niente può cancellare. A quanto pare questa consapevolezza ci ha abbandonati tempo fa', e l'averla persa di vista ci sta dividendo. Divisi siamo il nulla, insieme abbiamo una sola speranza... Ritardare l'inevitabile. Abbiamo due possibilità. Sono stanco di cercare di capire ogni volta cosa passa per la testa ad ognuno di Voi, stanco di giustificare, stanco di abbattere muri che non vogliono essere abbattuti. Quindi a Voi la scelta. Nessuno vi incatena."

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:16 am

Cavalcando il suo scheletrico ronzino, lo spadone al fianco, Blasco di Castiglione, cuore tenero, buontempone e testa calda, fa il suo ingresso a Marburg.
Non era neanche entrato in città e già si era cacciato nei guai, aveva osato urtare un giovane signorotto locale e scusandosi ne aveva ricevuto solo una sequela di ingiurie.
“Messere! Questa è un onta che va lavata col sangue!” protesta Blasco con l’evidente intenzione di sfidare il signorotto a duello. In quel dire si sente tirare via e catapultare all’interno di un angusta bettola.
“Per carità, figliolo, che volete fare! Non è stato versato già abbastanza sangue!” Ma chi era quello strano ometto che gli parlava in questa maniera?
Un contadino armato di spada, che brandiva una pergamena imbrattata di sangue. Mah! Il mondo non finiva mai di stupire il giovane Blasco. L’ometto gli dice: “ vieni, sediamoci ho bisogno di bere e di raccontare a qualcuno la mia triste vicenda”.
Blasco apprende così una strana storia di briganti, di eserciti, di eroismi e di un cavaliere ferito a morte. “Bah, non so niente io di briganti”.
Questa scena si svolgeva in postaccio, tavolacci di legno unti, boccali di birra sbeccati, fumo denso ed atmosfera rarefatta, i due protagonisti erano gli unici che non si accorgevano di essere osservati…..

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:17 am

Obelix entrò in una taverna per bere una birra, due uomini seduti al tavolo chiacchieravano e ridevano. Catturarono la sua attenzione per quanto gesticolassero e alzassero la voce. Uno dei due prima di uscire dalla Taverna si avvicinò al bancone per fare una domanda al taverniere " Oste, cerco un gruppo di uomini arrivati in città da, massimo, due giorni. Vantano di appartenere all'Ordine Brigante... ho qualcosa per loro." l'attendente alzò immediatamente lo sguardo senza dire mezza parola. L'oste rivolgendosi al mandriano fece un cenno di dissenso scuotendo il capo. Obelix attese che il mandriano uscisse dalla taverna, e dopo aver pagato la sua birra, uscì per seguirlo. Quando si assicurò che il mandriano austriaco fosse solo, lo prese alle spalle e puntandogli il coltello al collo " Chi cavolo sei? Perchè cerchi l'Ordine? Chi ti manda?" l'uomo cominciò a balbettare parole incomprensibili, un misto tra italiano ed austriaco. La voce stridula per la troppa pressione esercitata sul collo rendeva il crucco ancora più ridicolo. Quando Obelix rese la presa più morbida, l'uomo si calmò. " Ho una lettera da consegnare! Solo una lettera... " " Chi ti manda? Quale lettera?" replicò l'attendente. " Ein... Uno che si fa' chiamare Capitano... Dice di essere il Capitano dell'Ordine... Nella tasca... giacca... prendi!!!" Obelix sfilò la missiva e leggendola ebbe la conferma che si trattava di Kurtz. Ma quel sangue lo fece innervosire ancora di più. Alzando il tono della voce... " Spiega cos'è questo sangue!!!!" e il mandriano " Era ferito... morente... " ... e ancora Obelix " ERAAAAAA? ERAAAAAA? Che gli hai fatto? Trova una risposta che abbia un senso, e spera che la lama del mio coltello non trappassi la tua gola da parte a parte!!!" ... " Ferito!... Esercito... Scappato... Vivo!" " Cosa stai blaterando?" " Trovato morente, bendato... ma poi andato... diceva di un altro esercito e mi ha detto di passare per le campagne e di cercarvi per consegnarvi questa!!!" Obelix iniziò a comprendere la storia del mandriano, e lasciando la presa si fece spiegare esattamente cosa fosse successo...
Kurtz era sparito, e nessuno sapeva che fine avesse fatto...

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:19 am

Terminato il racconto del mandriano, nella teverna si era creato un silenzio irreale, come se tutti evitassero anche di respirare, distanti, in un angolo, un gruppo di quattro uomini era rimasto immobile, col fiato sospeso, sembrava una composizione di porcellana di quelle dei presepi.
"Bah! Non so niente di briganti!" aveva detto Blasco "Ma se hai bisogno di aiuto puoi contare su di me, sei un brav'uomo, cosa farai adesso?"
Si era rotta oramai quell' atmosfera irreale e tutti gli avventori, avevano ripreso le loro conversazioni, c'era un brusio diffuso alternato a risate volgari, all'acciottolio delle stoviglie e alle urla dell'oste alla sguattera.
Uno dei quattro uomini nell'angolo si era alzato "Aspetta, Tancredi!" disse un'altro. Tancredi era un giovane leggermente femineo ma con un folto pizzetto sul mento. "Non posso, devo andare da loro, devo saperne di più"
"Aspetta! Aspetta ancora ti dico!" quest'altro, Obelix lo aveva chiamato il suo compagno, aveva un brutto aspetto, i capelli di un castano rossiccio a ciocche scompigliate denotavano un carattere indomito, ma comunque tutti in quella bettola avevano facce da patibolo e la nostra piccola comitiva non si distingueva certo dagli altri nè per i modi nè per l'aspetto. "Tu non capisci, Kurtz è in pericolo, lui sta morendo!"
Dicendo questo Tancredi si avviava verso l'uscita, gli altri lo seguirono dopo poco.
Col calare della sera, un gatto che passsava da quel vicolo potè assistere ad una strana scena, quattro uomini a cavallo fermavano un giovane e un mandriano all'uscita di una taverna.
L' uomo con i capelli scompigliati, di nome Obelix, avvicinava il mandriano e dopo una fitta discussione, entrambi venivano caricati sui cavalli e partivano al galoppo, andavano verso la casa del mandriano, ma questo il gatto non lo poteva sapere.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:20 am

Le notizie che arrivavano da Marburg spinsero tab a prendere quelva decisione troppe volte rimandata
"morphea,ti prego fammi sellare il cavallo e fai mettere cibo per una settimana nelle bisacce"
morphea esegui senza battere ciglio,sapeva come si sentisse tab,sapeva che sarebbe partito prima o poi e non ebbe la forza di sconsigliarlo.
tab la strinse a se e le disse....
"bimba,tu lo sai che devo farlo"
quei pochi secondi che restarono a fissarsi sembrarono un'immensità...
"ti prego salutami mistic e bembe,alice e spa....tra una settimana sarò di ritorno.....contaci piccola"
dopo pochi minuti morphea non riusci più a distinguere la sagoma di tab che galoppava veloce verso l'orizzonte......verso est.....verso il suo destino

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:21 am

Mentre Tab la stringeva a se', Morphea provò in tutti modi a trattenere le lacrime. Le parole sussurrate all'orecchio erano solo una conferma a quanto lei già sapesse da tempo. Lo strinse più forte che poteva, ma non per trattenerlo, solo perchè sentisse quanto amore e quanta passione la legasse a lui... Riuscì a sussurrargli solo poche parole " So solo che ti amo, e che sei parte di me... niente è più forte di questo!!! Sarò qui al tuo ritorno... !!!" ... poi allontandosi i loro occhi si persero uno nello sguardo dell'altra, lo guardò salire sul suo cavallo e allontanarsi, e mentre scompariva oltre l'orizzonte... potè liberarsi in un pianto; le lacrime le solcavano il viso come rapide di un fiume in piena. Un pensierò la sfiorò " Riporta con te nostro figlio, ho bisogno di Voi!" entrò in casa chiudendo dietro di se' la porta.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:21 am

"Nemo potest duobus dominis servire."
Matteo 6 24



Legio si affaccio' con il viso sul bordo del ruscello e immerse la faccia nell'acqua gelida del mattino,
le nuvole correvano in alto sospinte dal vento , la primavera esplodeva tuttattorno ma lui non vi avrebbe fatto caso neanche se gli fosse caduta in testa. Raduno' le sue cose e disse le preghiere del mattino, sello' il cavallo senza fretta,
il confine era gia passato e l'esercito di Sirron non avrebbe potuto seguirlo fin li', quello stesso re che sprezzante
gli rispose " No Mercy for italians " .....gia' lo vedeva sollecitare il giudice per svolgere quel lavoro che lui non
era riuscito a fare. A volte la grandezza uno la cerca nei luoghi grandi, nelle grandi chiese di pietra, nei palazzi imperiali, perde una vita a cercarla li', e poi la trova in un nonulla , e allora poi capisce piu cose, anche se in realta' ha solo piu' dubbi.
Un buon generale come anche un grande uomo non lo vedi con la fortuna al fianco, lo vedi nella sconfitta,
Cicuta non gli aveva insegnato solo come si combatte, gli aveva insegnato sopratutto i silenzi di chi non scende mai a patti.
Ma cicuta era morto.......e poi Fair era andata......e poi era andato anche il resto.......
Sprono' il cavallo per mettere quanta piu strada possibile fra lui ed i suoi pensieri,
è' la prima incrinatura che rovina il vaso,
la prima bugia che distrugge la verita',
il primo adulterio che spezza l'unione,
dopo...c'è solo la ripetizione.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:21 am

Kurtz riaprì gli occhi e sentì una forte fitta al costato. Notò di trovarsi a letto in una modesta abitazione, una ragazzina lo guardava con fare curioso. “Madre, madre” iniziò ad urlare “Si è svegliato!”. La porta si aprì ed entrò una donna che si avvicinò con un compiaciuto sorriso. “Finalmente ti sei svegliato, temevamo che non lo facessi più. Sono 3 giorni che dormi e deliri”. Kurtz tentò di alzarsi ma le forze erano ancora deboli. “Dove mi trovo? Cos’è successo?”. La donna iniziò a cambiargli le fasciature “ Sei nella casa di Klaus il mandriano, ti ha trovato ferito e ti abbiamo portato qui per curarti, ora devi ancora riposare però”. Klaus era stupito; persone sconosciute e di umili origini si erano comportate molto più nobilmente di tanti nobili solo a parole. “La mia spada, dov’è?” esclamò “ E avevo una lettera qui nella manica dov’è?” “Perdonaci cavaliere, quella lettera l’abbiamo letta, sembravi morto e volevamo sapere chi fossi e perché avessi affrontato quell’esercito da solo; mio marito è andato a Marbug con la spada e la lettera per consegnarle ai tuoi amici ove li avesse trovati” Kurtz ricordò tutto, l’assalto al castello, la prigione, le condizioni imposte agli austriaci che avevano preferito disobbedire al loro Re Sirron piuttosto che ritrovarsi l'Ordine Brigante in casa, ricordò i suoi amici ed ora che era vivo avrebbe dovuto affrontare il loro giudizio.

In quel momento udirono dei cavalli giungere al galoppo. “Donna vedi chi è, non vorrei che l’esercito fosse ritornato sui suoi passi, se fosse così sareste in pericolo anche voi” La figlia della donna entrò nella stanza gridando di gioia “E’ nostro padre, E’ nostro padre e ci sono dei soldati con lui”. Nella stanza si catapultò Obelix lo sguardo furente e brandendo la spada di Kurtz disse “Volevi morire? Non me lo hai detto prima perché sapevi che ti avrei ucciso con la tua stessa spada!!”.

Kurtz guardandolo negli occhi “Brutto ubriacone, lavativo che non sei altro! Come ti permetti di rivolgerti così a me” Obelix si ritrasse mortificato. Kurtz lo trattava sempre male, ma lui e tutti gli altri erano la sua famiglia ed al solo vederli entrare in quella camera, sentì riacquistare le forze. Li abbracciò ad uno ad uno, informandosi sul resto della truppa. “Il Generale Legio?” “Lo segnalano a Nord ma è ancora libero, non l’hanno preso”.

Kurtz tirò a sé Obelix e gli disse “Portatemi via da qui, ho abusato fin troppo di questi nuovi amici e poi ho voglia di una birra”. Kurtz salutò il mandriano e la sua famiglia ed aiutato dai suoi fratelli si diresse verso Marbug, ora aveva solo bisogno di riposare.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:22 am

La sera calava sul cielo di Udine. Lucrezia era pronta. I vestiti maschili nascondevano completamente le sue forme femminili, i capelli nascosti accuratamente, il volto mezzo coperto...pochi viveri, pochi ducati...un solo scopo. Trovare Legio. Fosse l'ultima azione della sua vita, doveva farlo.
La distanza, le parole che volano...incertezze...solo guardandolo negli occhi poteva capire. Solo guardandola negli occhi lui poteva capire.
Lucrezia era orgogliosa, testarda, e aveva poche certezze nella vita. Una era Legio. Il suo amore per Legio. Lei sapeva che a questo amore non aveva mai fatto torto. Nessun tradimento, nessuna bugia...mai...
Guardarlo negli occhi, sostenere il suo sguardo senza abbassarlo...
"Amore..non so dove sei, non so cosa pensi e soprattutto non so cosa credi...
guardarti negli occhi..per capire se hai avuto la stessa fede in me che io ho avuto in te."
Lucrezia sali' sul suo cavallo...rabbrividi'...ma non per il freddo..era sola e aveva paura...paura dei pericoli delle strade, paura che qualcosa la fermasse, paura di non riuscire a trovarlo...paura di morire senza rivederlo.
Fu solo un momento...poi riscopri' in lei quella forza e quel coraggio che l'aveva portata a Dubovac...parti' al galoppo....l'Austria era lontana, ma era l'unica traccia che aveva....aumento' la sua velocità...Udine spari' velocemente alla sua vista. Eccola di nuovo la strada per la Croazia...come allora...o forse no...perchè ora l'unica certezza era il suo amore.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:22 am

E fù così che Blasco di Castiglione, cuore tenero, buontempone e testa calda, si ritrovò insieme ad un gruppo di briganti altrettanto cuori teneri, buontemponi e teste calde a partecipare ad un impresa che non gli apparteneva .
Galoppava nella notte in compagnia di un mandriano e di un manipolo di brutti ceffi, un certo Tancredi, quello col pizzetto, un'altro Obelix, il cuore ribelle e poi altri.
Cercavano Kurtz, gli sembrava di avere sentito, mah! Si era sentito in dovere di spalleggiare il mandriano, ma si accorgeva che questi non era in pericolo, almeno non fino a che non avessero trovato quel tale Kurtz.
Alle prime luci dell'alba arrivarono presso la casa del mandriano, nel silenzio della campagna risuonavano le voci delle donne di quella casa: "Si è svegliato! Presto, venite!"
La scena cui potè assistere Blasco era nello stesso tempo gioiosa e malinconica, la gioia dei compagni che si ritrovavano e la malinconia immensa negli occhi di quel tale Kurtz.
Blasco si domandava che cosa potesse causare tanta malinconia.
Più tardi, mentre gli altri abbeveravano i cavalli per ripartire, ebbe l'occasione di domandarglielo: "Questi sono gli occhi di un uomo che ha perso il suo Generale" ," è morto?" domandò Blasco.
"No, è andato via, rischiando la sua vita per noi" disse Kurtz e poi "sono gli occhi di un uomo che ha perso la sua occasione di morire per i suoi uomini" Blasco lo guardò, "Sei un grand'uomo" disse, ma Kurtz si stava già allontanando...."No.....non sono niente ...."
Più tardi mentre si preparavano a ripartire, Obelix, che si faceva spesso notare per la sua irruenza, già in sella, tirando le redini del suo cavallo fremente, stupì tutti dichiarando la sua volontà di andare alla ricerca del Generale anche a costo della sua stessa vita e partì al galoppo.
In pochi istanti Kurtz prese una decisione:"Tancredi! Chiama quel Blasco e affidagli una missione, digli di seguire Obelix".
Blasco obbediva volentieri, quando c'era da divertirsi, si c'era proprio da divertirsi appresso a tutti questi matti che cercavano a tutti i costi di morire.

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:23 am

Vrbovsko 12 Maggio
Alle prime luci dell'alba Lucrezia arrivò a Vrbovsko. Si era fermata pochissimo a Rijeka, il tempo di prendere un po' di cibo, riposare poche ore, e di nuovo in viaggio. In taverna, per uno strano caso, insieme ad altri amici della serenissima, aveva ritrovato Amleto e Katied...come allora....e per un po' di tempo era riuscita a rilassarsi. Riparti' subito dopo averli salutati con affetto...voleva arrivare presto a Dubovac per cercare una traccia. A Vrbovsko le taverne erano quasi deserte, e non c'era modo di avere nessuna notizia...si fermo' poche ore alla taverna Kamačnik...era esausta...aveva trascurato di mangiare, ed era necessario riprendere le forze per continuare il viaggio.Era la quarta notte consecutiva che affrontava le strade croate...ma ci sono cose per le quali trovi tutto il coraggio e la determinazione che occorre. O forse è solo quando non hai più niente da perdere o nulla che t'interessi di più di quello che troverai alla fine del tuo viaggio...
Lanciò il suo cavallo al galoppo, e come sempre penso' a Legio...saccheggiatore, vincitore, Duca... Per lei solo l'uomo che amava...e non c era ricchezza, carica o potenza che desiderasse come stare semplicemente con lui, come due persone normali riescono a fare...Lei era partita lasciandosi tutto e tutti alle spalle, verso l'unica cosa che aveva importanza...il destino avrebbe fatto il resto...

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Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:23 am

Blasco aveva cavalcato per giorni senza fermarsi, dove aveva sbagliato? Quando era stato il momento in cui aveva perso le tracce di Obelix? Era ormai parecchio che non ne trovava più. Aveva assoluto bisogno di riposarsi, mangiare? Non si ricordava quando era stata l'ultima volta che lo aveva fatto. Davanti a se nella valle si stendeva una graziosa cittadina, i vicoli ordinati, il campanile della chiesa.....il richiamo era irresistibile. Sembrava che dovesse esserci una festa per via di un palco montato nella piazza che si intravedeva. Questi deliziosi paesini tirolesi...con le loro birre, i canti e le salsicce arrostite per strada....Man mano che si avvicinava però si accorgeva che nell'aria c'era ben poco di festoso, non c'era musica ma solo tamburi, ritmo cadenzato, la folla in piazza era silenziosa.........ed al centro non un palco......... ma un patibolo. Nell'attimo in cui Blasco realizzò questa scena il gesto del boia! Il boato della folla! ORRORE! .........Poi le campane ....a morto. Così moriva un uomo, ma non un uomo qualsiasi, moriva un eroe per molti e un bandito per alcuni, un Generale per i suoi ed un uomo per la sua donna. Giustiziato senza giustizia perchè non era giustizia quella e pianto senza lacrime pechè i banditi non piangono.
Ma quello che Blasco non sapeva è che se anche un bandito non piange, agisce. Più tardi nelle locande e nelle taverne si saprà che la corda del patibolo anche se nuova per l'occasione era stata trovata logora in più punti, il giustiziato era in fin di vita ma non più giustiziabile. Tutti sospetti per l'accaduto ricaddero sul latitante Obelix, ma questa è un altra storia.

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GDR Legio - (Der Blitzkrieg) Attacco alla Stiria - Pagina 2 Empty Re: GDR Legio - (Der Blitzkrieg) Attacco alla Stiria

Messaggio  Admin Dom Giu 06, 2010 6:24 am

--Scagazzadapontremoli ha scritto:


Signori, amici, fratelli, è dall'altra riva dello stige che legio vi parla,
la mia avventura si è finalmente conclusa, spero che voi tutti stiate bene,
è stato un onore per me avervi al mio fianco in tutti questi giorni,
e sono contento di sapervi tutti in salvo.
con rispetto vi abbraccio
Legio








Si concludeva cosi' in quella piazza di Rijeka , l'assalto alla Stiria da parte dell'Ordine Brigante, a qualcuno potrebbe sembrare un prezzo alto quello della vita per un attimo di tremolio della poltrona del potente,
ma per grazia di Dio e fortuna del mondo non tutti sono di questo parere.

Fu il primo attacco da parte di una compagnia italiana ad un ducato d'oltralpe, il tutto con pochi mezzi, contro nemici numericamente superiori e meglio preparati e sopratutto senza alcun esercito.

Al di la' dei meriti e dei demeriti, questa è stata la storia,
e l'importante è che vi abbia divertito.




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